La lingua grassa causa delle apnee notturne: una ricerca dell’Università della Pennsylvania apre nuove possibilità terapeutiche per questo fastidioso disturbo che, col russamento, interferisce nel buon riposo non solo di chi ne soffre, ma anche di chi gli sta vicino. Sono migliaia gli italiani che soffrono di apnee notturne, il 10% degli adulti secondo l’Associazione Apnoici Italiani che offre sostegno a coloro, adulti e bambini, che soffrono di Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS) e vogliono conoscere meglio la patologia che comporta rischi di complicanze anche per il cuore. Il disturbo respiratorio del sonno che, seppur molto comune, può pregiudicare la qualità della vita e avere effetti dannosi per la salute se non diagnosticato in tempo, è una condizione non infrequente, specie tra gli individui obesi e che porta a restare transitoriamente senza fiato a più riprese durante il sonno. Come riportato da La Stampa, questo disturbo, che potrebbe dipendere da un eccesso di grasso sulla lingua, trarrebbe giovamento dal dimagrimento di questo organo muscolare orale. Partendo da uno studio del 2014 firmato da Richard Schwab che aveva evidenziato le dimensioni maggiori della lingua dei pazienti «oversize» con apnee notturne, rispetto agli obesi senza il disturbo, gli studiosi della Perelman School of Medicine della University of Pennsylvania a Philadelphia, dopo aver misurato varie strutture delle vie aeree superiori, si sono resi conto che l’apnea si associa a una lingua di dimensioni maggiori e più grassa. I ricercatori hanno studiato il rapporto di causa-effetto tra la riduzione del grasso della lingua e il miglioramento dei sintomi e, sottoponendo 63 pazienti ad una dieta o un intervento di chirurgia bariatrica, hanno rilevato che avevano perso quasi il 10% del loro peso, in media nell’arco di 6 mesi, e che i punteggi delle apnee notturne sono migliorati del 31%. Dai risultati conseguiti, ha dichiarato l’autore del lavoro Schwab si deduce che: “il grasso sulla lingua o lingua “grassa” è un fattore di rischio per le apnee notturne e che, riducendolo, i sintomi del disturbo migliorano. Ora abbiamo a disposizione un bersaglio terapeutico del tutto nuovo e unico (la lingua) mai avuto finora“.